
ANGELA CORCELLI
Coordinatrice gruppo "Scienza e Tecnologie per la pace"
Università di Bari "Aldo Moro"
Dipartimento di Biomedicina Traslazionale e Neuroscienze
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angela.corcelli@uniba.it
Composizione del Gruppo di Lavoro
- Angela Corcelli (Bari)
Coordinatrice - Eleonora Sirsi (Pisa)
- Guglielmo Tamburrini (Napoli Federico II)
- Enrico Dainese (Teramo)
- Laura Corti (Campus Biomedico Roma)
- Guido Giordano (Roma3)
- Marina Carini (Milano Statale)
- Laura Eleonora Depero (Brescia)
- Gian Piero Siroli (Bologna)
- Franco Medici (Roma Sapienza)
Scienze e Tecnologia per la pace
Nella ricerca scientifica libertà e responsabilità vanno di pari passo. L’accoglimento della raccomandazione Unesco secondo la quale “La scienza è parte degli sforzi degli Stati di sviluppare società più umane, giuste e inclusive e contribuisce al rafforzamento degli ideali di pace e benessere delle Nazioni Unite”, implica una pratica responsabile secondo i sei principi della RRI (public engagement, open access, gender dimension, ethical dimension, science education, governance) e che i risultati attesi siano desiderabili, utili alla società, sostenibili e accettabili dal punto di vista etico .
Al di là della specificità del linguaggio, la scienza per il tramite delle società scientifiche e delle conferenze internazionali offre uno spazio libero di confronto e di comunicazione fino a poter rappresentare anche uno strumento utile per il lavoro della diplomazia nella risoluzione dei conflitti.
All’interno delle comunità scientifiche e accademiche va mantenuto vivo il dibattito sull’uso etico e responsabile della scienza e delle nuove tecnologie, in linea con le pratiche per lo sviluppo di ricerca ed innovazione responsabile, RRI.
Le tecnologie e le scoperte scientifiche dovrebbero essere applicate per finalità pacifiche e non a scopi bellici.
I continui sviluppi della scienza e delle nuove tecnologie impongono in tutti i campi una riflessione non solo sui benefici e sulle ricadute positive per l’umanità, ma anche sui rischi che, per esempio, possono derivare dalle nuove applicazioni dell’intelligenza artificiale e delle biotecnologie.
I progressi nell’ambito dell’intelligenza artificiale fanno contemporaneamente intravedere, oltre alle applicazioni pacifiche, importanti implicazioni di carattere militare. Droni, armi autonome e cyberwar sono realtà già in campo nei conflitti armati.
Nella pratica clinica e nel settore alimentare assistiamo a rapidi cambiamenti nei protocolli adottati, derivanti dallo sviluppo e dalle nuove applicazioni delle biotecnologie, che richiedono una attenta valutazione etica.
L’università dovrebbe essere capofila di ricerche innovative e specifiche per andare verso l’eliminazione delle cause dei conflitti, come ad esempio la fame, la necessità di acqua e i bisogni energetici delle nazioni ed in particolare, in accordo con l’articolo 3 dello statuto di RUniPace, farsi promotrice di studi e ricerche volti alla riconversione civile dell’industria bellica.
La non proliferazione e disarmo nucleare sono temi centrali per chi si occupa di studi sulla pace.
Le dichiarazioni sul possibile ricorso alle armi nucleari nella guerra in Ucraina minano il principio di deterrenza e ci fa riconsiderare con preoccupazione i rischi a cui l’umanità è esposta per la presenza di vasti arsenali di armi nucleari sulla terra. Come è ben noto, sono migliaia le testate nucleari schierate nelle superpotenze ed anche in Europa.
E’ necessario ed urgente informare e sensibilizzare gli accademici, la società civile e la politica sui rischi che potrebbero derivare dall’uso dell’arma atomica, e sostenere il principio del no-first-use per impedire un conflitto nucleare.